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Home » Cinema » Film » "Il Grido" di Antonioni, 1957
"Il Grido" di Antonioni, 1957 [messaggio #141214] lun, 21 novembre 2011 23:25 Messaggio precedente
sunbather  è attualmente disconnesso sunbather
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Registrato: novembre 2010
Senior Member
Aldo, amante in compartecipazione di una moglie fedifraga, viene scaricato
sui due piedi nell'esatto momento in cui la dipartita del proprio marito
convince la Valli a porre fine alla sua triplice precarietà per sistemarsi
definitivamente con l'amante numero 2. L'amante numero uno comincia allora
un percorso che si rivelerà fallimentare, attraverso l'esperienza di brevi
relazioni con tre donne diverse (il numero tre è ricorrente), percorso -
come si è detto - infruttuoso, che lo porterà a chiudere tragicamente il
cerchio nel medesimo luogo in cui era iniziato. Sotto la veste neorealista
adottata da Antonioni per questo film, veste che fornisce alla storia un
solidissimo tasso di plausibilità - fondato nei fatti oggettivi,
spiegabili - si cela lo stesso fondo di malessere esistenziale che verrà
estratto/astratto e riversato in essenza nel successivo "L'Avventura" che,
questa volta, proprio per la mancanza di spiegazioni logiche e contingenti
che possano distrarre e dietro le quali si possa nascondere il tema di
fondo, fa emergere in maniera drammatica il grande peso del non-senso che fa
parte della vita di ognuno. La ragione esistenziale delle arti
rappresentative/narrative (dalla Bibbia in poi) è quella di rintracciare un
filo conduttore, nel caos degli eventi che si succedono, che ci consenta di
fingere che esista un senso e un fine escatologico nel nostro percorso e che
ci permetta di non impazzire di fronte al fatto che tale senso potrebbe non
essere dato per certo, se non addirittura essere nient'altro che una
chimera. "L'Avventura" è un grande film perché rifiuta di svolgere la
funzione tradizionale cui è destinata un'opera di narrazione (quella,
appunto, di fornire un senso agli eventi): "Il grido" è il passo precedente
senza il quale "L'Avventura" non sarebbe, probabilmente, esistito. La
lettura che in passato ne è stata data, ovvero la rilevanza data al degrado
sociale e alla deindustrializzazione che porta il tizio al vagabondaggio
alla ricerca di lavoro, è chiaramente uno spauracchio per non metterci
direttamente di fronte ad una verità cosí spaventosa.

1957, regia di Michelangelo Antonioni, soggetto e sceneggiatura di
Antonioni, Bartolini e De Concini, con Steve Cochran, Alida Valli, Dorian
Gray.

http://qohelet.blog.tiscali.it/2011/11/21/non-sara-unavventu ra/
 
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