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Re: Sui libri non scritti e su quelli scritti al kilo [messaggio #10404 è una risposta a message #10403] |
lun, 10 gennaio 2011 15:12 |
pietro c Messaggi: 48 Registrato: novembre 2010 |
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Il 10/01/2011 14.56, cap ha scritto:
> On 10 Gen, 14:53, Karl Rossmann<mcl4591...@libero.it> wrote:
>> Per il quiz, ahimè: se avessi le soluzioni non cheiderei!
>
> Oh, be'... Allora facciamo come per il test di Rorschach: ogni
> risposta è buona.
> Ciao!
Va bene, ma dato che ha detto che "ha sempre trovato il fumetto
delizioso, ce l'ha da un libro che l'accompagna da quando aveva 9 anni",
io avevo dedotto che ci fosse proprio un titolo, che ne so G. Gershwin,
etc...
Invece dovremo ipotizzare. Peccato. Cioè, va bene. OK... fammi un po'
pensare... il Tribute to Edgard Varese di Lagnese?
--
pietro c
www.maradagalweb.blogspot.com
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Re: Sui libri non scritti e su quelli scritti al kilo [messaggio #10408 è una risposta a message #10404] |
lun, 10 gennaio 2011 17:08 |
Karl Rossmann Messaggi: 229 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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On 10 Gen, 15:12, pietro c <pie...@nospam.invalid> wrote:
> Il 10/01/2011 14.56, cap ha scritto:
>
> > On 10 Gen, 14:53, Karl Rossmann<mcl4591...@libero.it> wrote:
> >> Per il quiz, ahim : se avessi le soluzioni non cheiderei!
>
> > Oh, be'... Allora facciamo come per il test di Rorschach: ogni
> > risposta buona.
> > Ciao!
>
> Va bene, ma dato che ha detto che "ha sempre trovato il fumetto
> delizioso, ce l'ha da un libro che l'accompagna da quando aveva 9 anni",
> io avevo dedotto che ci fosse proprio un titolo, che ne so G. Gershwin,
> etc...
>
> Invece dovremo ipotizzare. Peccato. Cio , va bene. OK... fammi un po'
> pensare... il Tribute to Edgard Varese di Lagnese?
>
> --
> pietro c
>
> www.maradagalweb.blogspot.com
Be' debbo una risposta un po' piu' articolata.
E' vero che il libro in cui compare la serie di disegni di Bateman mi
fu regalato a quell'eta' e che per molti anni l'ho risfogliato
ammirandone le tavole; ma non ho mai saputo se la sequenza corrisponde
a un brano di musica veramente esistente. Anzi, per molto tempo non mi
sono nemmeno lontanamente posto il problema: mi bastava cosi' com'era;
lo trovavo, come ho scritto, delizioso di per se'. Poi la curiosita'
ha cominciato a stuzzicarmi, ma non sono mai arrivato a un risultato.
Speravo che qualcuno risolvesse il piccolo problema.
Ho sbagliato a intitolare il primo messaggio iniziando con il termine
"quiz": di solito si pensa che chi lo propone ne possegga la soluzione
(e' sempre cosi' anche per rebus, enigmi e cosi' via). Invece ioi la
risposta non ce l'ho. E scomodare Bateman e' impresa superiore alle
mie possibilita'...
Comunque ho visto con molto piacere le vignette id cui cap ha indicato
i link.
Grazie a tutti e perdonate il piccolo inganno.
K. R.
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Re: Sui libri non scritti e su quelli scritti al kilo [messaggio #10414 è una risposta a message #10412] |
lun, 10 gennaio 2011 18:45 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
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"enrico" <siegmund@iol.it> ha scritto nel messaggio
news:79ba1397-4236-4ec1-a17e-004cf0edf541@d8g2000yqf.googlegroups.com...
> Anche evviva Andrea Emo, che pur senza aver scritto nulla ha ispirato
> tanti giovani.
Condivido.
Già che c'era, Veneziani avrebbe potuto (ipotetico dell'irrealtà) nominare
almeno Bobi Bazlen.
Ho la presunzione di credere che più che un autore senza libri si
considerasse un attento lettore.
Al giorno d'oggi quella di "lettore" appare un'etichetta riduttiva.
Invece è assai più di un'etichetta: a modo suo è un'arte, leggere bene. Per
quanto minore, minuscola.
Su questo argomento si cimenta, nella prima parte della sua autobiografia,
il signor Zimermann (al secolo Bob Dylan), che (non stupisca) è un lettore
di sostanza, quasi alla Harold Bloom, e dà una grande importanza ai libri
che ha letto e riletto nella sua formazione personale. A mio modesto parere
anche un più che discreto scrittore mancato, a sua volta (con il rock'n roll
si facevano più soldi e si cuccava di più, evidentemente).
dR
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Re: Sui libri non scritti e su quelli scritti al kilo [messaggio #10421 è una risposta a message #10415] |
lun, 10 gennaio 2011 23:58 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
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"luziferszorn" <pan25712@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:e3d5ee26-b16c-4060-a342-33eda72acad7@l17g2000yqe.googlegroups.com...
> Tu che vendi libri dovresti avere il polso....
Appunto, scusate la presunzione. Forse non vale neppure per la regione in
cui vivo, ma un'idea sulla base dei nostri clienti me la sono fatta.
Abbastanza simile alle vendite nazionali, devo dire.
I suoi libri di narrativa e simili (nel simili metto, per esempio, Novecento
che sarebbe un testo teatrale e gli adattamenti da Moby Dick e da Omero)
vendono abbastanza. Ha un suo pubblico, anche abbastanza fedele.
Per i libri di saggistica è un altro discorso. Quelli vendono assai meno,
con l'eccezione delle Mucche del Wisconsin, che ha avuto varie ristampe.
Quello che a me pare il migliore, Il genio in fuga, comunque il più
interessante, è anche quello che ha venduto di meno.
dR
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Re: Sui libri non scritti e su quelli scritti al kilo [messaggio #10430 è una risposta a message #10428] |
mar, 11 gennaio 2011 19:47 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
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"pietro c" <pietro@nospam.invalid> ha scritto nel messaggio
news:igi1a0$7f1$1@nnrp-beta.newsland.it...
> E secondo te van bene fatti da lui,
No.
La letteratura va letta nel testo licenziato dall'autore, o il più possibile
vicino alla sua (presumibile) volontà (impiego questo termine con beneficio
d'inventario, senza pretese teoriche, giusto per capirsi). Possibilmente
bisogna iniziare assai presto a leggere anche, non pretendo esclusivamente,
in lingua originale. Con tutti gli ausilii del caso, ma è necessario
abituarsi.
Quanto alla riduzioni alla Baricco, assai invasive (passaggi da terza a
prima persona, tagli abbondanti, traduzioni molto attualizzanti, al limite
della rielaborazione): non mi frega un accidente se "ai ragazzi così piace".
Ai ragazzi piace perché gli insegnanti sono convinti che sia così, e
propongono loro quelle riduzioni oscene. Praticamente in esclusiva.
Se li abituiamo a dodici, tredici, quattordici anni a pensare che quel che
piace nel presente piacerà tutta la vita, e non si aggiungerà altro perché
va già bene così, siamo veramente alla frutta.
Certo insegnare a leggere davvero è più complesso. D'altra parte, è quello
che servirebbe. E' quello che ridarebbe alla scuola un minimo di tensione
civica, etico-sociale. Sbaraglierebbe i deliri leghistico-destrorsi in
materia di scuola (stavo per scrivere squola) in pochi anni. Il punto è che
arriviamo da anni di deliri democristiani e sinistrorsi, apparentemente meno
distruttivi ma alla fine ugualmente perniciosi.
Scusa lo svarione, ma a qualcuno devo dirlo: sfogliavo al lavoro
un'intervista pubblicata da Laterza al grande linguista Tullio De Mauro.
Raccontando la sua formazione, espone un paio di dati interessanti. Il De
Mauro frequentò l'università nei primi anni cinquanta. Allora in tutta
Italia gli iscritti erano pochissimi, se ho capito bene nell'ordine delle
poche centinaia di migliaia. Di questi, arrivava alla Laurea sì e no il
trenta per cento. Un'università fondamentalmente ingiusta, fortemente
selettiva in base a criteri che non fatico ad immaginare arbitrari e
discriminatori. Questa è la prima cosa che mi è venuta in mente, leggendo il
passo. Poi ne ho pensata un'altra: era già un'Università ad altissimo tasso
di dispersione, un'istituzione fondamentalmente inefficiente. Lo stesso
problema che si è avuto nei decenni successivi, che si presenta ancora oggi
nonostante le riforme più o meno terroristiche e ricattatorie.
Forse, più che fare della retorica sul "parcheggio" e sui ragazzi che non
studiano (ci mancherebbe; ci sono anche quelli che non hanno voglia, come si
può pensare che non ci siano) bisognerebbe riflettere su come gli
intellettuali italiani considerano il loro mandato sociale. A prescindere da
dove lo svolgano.
Qui non c'è solo l'evasione fiscale, endemica già di per sé.
C'è anche l'evasione dal pensiero, l'evasione dalle responsabilità.
>o certe cose era meglio lasciarle a Calvino?
Neppure, sarei tentato di scrivere.
Del resto il buon Calvino (indubbiamente un bravo scrittore, non direi il
gigante che credono in molti; perlomeno nella Letteratura italiana del
Novecento la concorrenza è forte) ha fatto cose molto diverse.
Il suo Orlando Furioso, utile e piacevolissimo, è un'antologia commentata in
modo molto sobrio. Non tocca una virgola del testo che antologizza e spiega,
non lo ricompone da punto di vista retorico discorsivo. Cerca di farlo
capire al lettore per quello che è, non per quello che ci aspettiamo o
vogliamo che sia.
Forse perché Calvino amava il poema di Ariosto, lo capiva e lo rispettava.
Un discorso ancora più elogiativo fa fatto per la raccolta di fiabe
italiane, una delle sue opere migliori.
I suoi saggi letterari sono notevoli e pieni di umiltà di fronte al testo,
di interesse genuino e di volontà di capire.
Cose che mi sembrano assai rare, diciamo così, nel fighetto Baricco.
Scusa la logorrea. :-)
dR
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